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Il Gruppo Ulisse Biomed è un gruppo biotech integrato con tecnologie proprietarie, che sviluppa soluzioni diagnostiche, con un focus su salute pubblica, diagnostica distribuita e innovazione molecolare.

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Il Gruppo Ulisse Biomed è un gruppo biotech intyegrato con tecnologie proprietarie, che sviluppa soluzioni diagnostiche, con un focus su salute pubblica, diagnostica distribuita e innovazione molecolare.


10 giugno 2025


Tempo di lettura [minuti]: 7


Vision & Strategy

Innovazione e sostenibilità nella diagnostica molecolare

L’innovazione ha valore solo se è anche sostenibile. Ulisse Biomed ne fa un principio guida, tra AI, cloud e decentralizzazione.

Abstract

Nel nuovo scenario della diagnostica molecolare, innovazione e sostenibilità non sono più ambiti separati ma strategie convergenti. Ulisse Biomed, attraverso l’integrazione post-merge con Hyris Ltd, propone un modello distribuito e AI-driven, basato sulla piattaforma Hyris System™. Portabilità, interoperabilità, cloud computing e reagenti ambient-stable sono al centro di una visione che punta a ridurre il TAT, aumentare il ROI e abbattere l’impatto ambientale. In questo articolo, Lorenzo Colombo (COO) racconta il percorso che ha portato l’azienda a rendere concreta una diagnostica più rapida, più equa e più verde.


Snapshot

  • Diagnostica molecolare
    Disciplina che rileva malattie e marcatori genetici tramite l'analisi di acidi nucleici (DNA/RNA). Include tecnologie come la PCR, con applicazioni in medicina personalizzata, infettivologia e screening di precisione.
  • Diagnostica distribuita
    Architettura diagnostica decentralizzata che consente di eseguire test direttamente in prossimità del paziente (clinica, laboratorio periferico, siti remoti), mantenendo un collegamento attivo con il laboratorio centrale per controllo qualità, raccolta dati e supervisione.
  • Hyris System™
    Ecosistema hardware/software proprietario per analisi genetiche in tempo reale. Include dispositivi portatili (bCUBE™), piattaforma cloud (bAPP™) e moduli AI per l’esecuzione e l’interpretazione automatica dei test.
  • bCUBE™
    Strumento qPCR miniaturizzato, connesso via cloud, progettato per test molecolari distribuiti in contesti ospedalieri, ambulatoriali e territoriali. Combina portabilità, affidabilità e automazione.
  • Reagenti ambient-stable
    Kit molecolari progettati per mantenere stabilità a temperatura ambiente, senza catena del freddo. Riducono costi logistici, sprechi e impatto ambientale.
  • Interoperabilità
    Capacità dei sistemi diagnostici e gestionali di scambiare dati in modo automatico e sicuro. Consente sincronizzazione in tempo reale tra dispositivi, cloud, LIMS e cartelle cliniche elettroniche.
  • TAT – Turnaround Time
    Tempo intercorrente tra la richiesta di un test e la disponibilità del referto. KPI chiave in diagnostica clinica; una riduzione del TAT migliora la rapidità delle decisioni terapeutiche.
  • ROI – Return on Investment
    Indicatore economico che misura l’efficienza dell’investimento in tecnologie diagnostiche. Tiene conto di costi operativi, benefici clinici, risparmi logistici e nuove opportunità di mercato.

Introduzione

Nel contesto in rapida evoluzione della diagnostica molecolare, innovazione e sostenibilità non sono più opzioni parallele, ma dimensioni convergenti di una stessa strategia industriale. L’integrazione di intelligenza artificiale, portabilità dei dispositivi e architetture cloud-first sta abilitando un nuovo paradigma diagnostico: distribuito, automatizzato e ad alta efficienza, capace di offrire valore clinico ed economico lungo l’intera catena di test. Non è solo una questione di rapidità operativa: è una trasformazione di modello che ridefinisce accessibilità, resilienza e impatto ambientale dei sistemi sanitari.

Ulisse Biomed, in seguito al consolidamento strategico con Hyris Ltd, incarna questa evoluzione proponendosi come hub tecnologico integrato per la diagnostica molecolare AI-driven. Grazie a soluzioni proprietarie che combinano miniaturizzazione hardware, automazione end-to-end e interoperabilità digitale, l’azienda abilita test di laboratorio con qualità elevatissima direttamente nei punti di cura, riducendo costi occulti, sprechi e tempi di risposta.

“Ogni innovazione che introduciamo nasce con un obiettivo preciso: rendere la diagnostica più rapida, più equa e più sostenibile.”
— Colombo Lorenzo, CTO Ulisse Biomed

In questo insight, sarà proprio Lorenzo Colombo, Chief Technology Officer di Ulisse Biomed, a guidarci in un percorso che va oltre l’innovazione tecnologica: parliamo di cultura operativa, visione strategica e scelte industriali che rendono concreta ogni promessa di decentralizzazione, sostenibilità e resilienza. Attraverso le sue parole – e con i dati che lo dimostrano – scopriremo come Ulisse Biomed stia ridisegnando, passo dopo passo, lo standard della diagnostica molecolare moderna.

1. AI e automazione: il laboratorio intelligente

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo gli standard della diagnostica molecolare introducendo livelli di precisione e rapidità un tempo impensabili. Algoritmi di machine learning applicati a dataset biologici complessi consentono di distinguere pattern genetici minimi con altissima sensibilità e specificità, riducendo falsi positivi e negativi. In parallelo, strumenti di deep learning accelerano l’analisi di sequenze genomiche e altri big data clinici, comprimendo i tempi da ore a minuti. Risultato: l’identificazione di agenti patogeni o mutazioni critiche può avvenire in tempo reale, con benefici clinici tangibili.

Ulisse Biomed ha integrato l’AI nel cuore della sua proposta tecnologica, con moduli proprietari all’interno della piattaforma Hyris System™ (in particolare nella suite cloud bAPP™). Questi moduli sono in grado di interpretare automaticamente le curve di amplificazione qPCR e fornire referti chiari, riducendo la necessità di intervento umano. Ne deriva un’efficienza operativa radicalmente potenziata, che consente di eseguire test complessi anche in contesti con personale non specialistico.

A livello organizzativo, ciò permette di liberare le risorse umane più qualificate da attività ripetitive, concentrandole su task a maggiore valore aggiunto. A livello strategico, la combinazione di AI e automazione apre la strada a nuovi modelli diagnostici: monitoraggio remoto di patogeni emergenti, sorveglianza epidemiologica predittiva e diagnostica adattiva in tempo reale. È in questo scenario che Ulisse Biomed si propone come attore di riferimento, con una tecnologia che non solo potenzia la diagnostica, ma la trasforma da reattiva a proattiva.

“Quando l’intelligenza artificiale lavora in sinergia con automazione e cloud, otteniamo una diagnostica più precisa e autonoma, che può davvero anticipare la malattia, non solo rilevarla.”
— Lorenzo Colombo

2. Portabilità e ottimizzazione dei flussi clinici

La portabilità delle apparecchiature diagnostiche rappresenta uno snodo critico per rendere i sistemi sanitari più reattivi e distribuiti. I dispositivi diagnostici di nuova generazione permettono di eseguire test molecolari direttamente sul punto di assistenza, eliminando i ritardi dovuti al trasporto dei campioni verso laboratori centralizzati. Questo si traduce in un turnaround time ridotto da giorni a minuti, con benefici immediati per pazienti e clinici.

Grazie al dispositivo portatile bCUBE™, Ulisse Biomed consente di effettuare analisi qPCR in qualunque contesto: grandi e piccoli laboratori, ospedali territoriali o siti remoti. I risultati sono immediatamente condivisi nel cloud tramite la piattaforma bAPP™, rendendoli accessibili in tempo reale a tutti gli attori autorizzati della rete clinica. Si passa da un modello sequenziale (prelievo → trasporto → analisi → referto) a un modello parallelo e distribuito, dove il test segue il paziente.

Questo approccio snellisce i flussi clinici, migliora la gestione delle risorse e incrementa l’efficienza del sistema sanitario. I laboratori possono focalizzarsi su analisi complesse, mentre i test più diffusi vengono decentralizzati. Inoltre, l’accesso rapido al dato diagnostico riduce il rischio di trattamenti inappropriati, degenze prolungate e ospedalizzazioni evitabili. In un contesto di emergenza sanitaria o screening diffuso, come durante una pandemia, il modello distribuito consente di assorbire picchi di domanda diagnostica senza collassare le infrastrutture centralizzate.

Ulisse Biomed dimostra così come la portabilità non sia solo una caratteristica tecnica, ma una leva strategica per aumentare resilienza, tempestività e accessibilità nella diagnostica moderna.

“Abbiamo progettato bCUBE™ proprio per questo: per portare la qualità del laboratorio ovunque, senza compromessi.”
— Lorenzo Colombo

3. Interoperabilità e architettura cloud (bAPP)

In uno scenario clinico in cui i dati devono viaggiare velocemente tra dispositivi, reparti e strutture sanitarie, l’interoperabilità diventa un elemento chiave per garantire continuità, efficienza e sicurezza nella diagnostica. Ulisse Biomed ha adottato un approccio cloud-first che mette al centro la piattaforma bAPP™, progettata per fungere da hub digitale dell’intero ecosistema diagnostico. Ogni dispositivo Hyris System™ sul territorio – che si tratti di un bCUBE™ in una clinica periferica o di un terminale ospedaliero – è connesso in tempo reale al cloud, permettendo un controllo centralizzato e un accesso immediato ai dati da parte di tutti gli attori autorizzati.

La forza di questa architettura risiede nell’interoperabilità nativa: risultati diagnostici generati in un sito remoto vengono automaticamente sincronizzati, validati e condivisi con le cartelle cliniche elettroniche, sistemi LIMS e portali medici, riducendo i margini di errore e semplificando i flussi amministrativi. Questo non solo accelera il ciclo decisionale clinico, ma abilita una visibilità end-to-end su KPI operativi e andamento epidemiologico.

Dal punto di vista operativo, il cloud consente aggiornamenti software in tempo reale su tutta la rete di dispositivi, facilitando la manutenzione predittiva e il rollout centralizzato di nuovi protocolli diagnostici. Inoltre, la piattaforma bAPP™ è progettata per raccogliere in modo strutturato dati diagnostici aggregati, offrendo dashboard avanzate per analisi di performance, tracciamento di trend patologici e ottimizzazione dell’utilizzo degli strumenti sul campo.

Questa architettura non è solo un potenziatore tecnologico, ma un vero e proprio abilitatore strategico. In una logica di crescita scalabile e compliance globale, Ulisse Biomed può integrare rapidamente nuovi nodi nella rete diagnostica senza compromettere la sicurezza, la tracciabilità e la governance dei dati. L’interoperabilità cloud è ciò che trasforma un insieme di dispositivi distribuiti in un unico sistema intelligente, capace di apprendere, reagire e migliorare nel tempo.

4. KPI diagnostici: TAT, costo/test e ROI in ottica innovativa

Nell’adozione di tecnologie avanzate per la diagnostica molecolare, tre indicatori guidano le scelte operative e strategiche di laboratori, cliniche e investitori: Turnaround Time (TAT), costo per test e Return on Investment (ROI). Ulisse Biomed ha sviluppato soluzioni che rispondono in modo puntuale a ciascuna di queste metriche, trasformandole da semplici misuratori di efficienza a leve di creazione di valore.

Turnaround Time (TAT). L’approccio decentralizzato riduce drasticamente i tempi di refertazione. Eliminando il trasporto dei campioni e integrando l’analisi automatica via AI, Ulisse Biomed consente di ottenere risultati in tempo reale, durante la stessa visita clinica. Questo ha impatti concreti sulla tempestività delle cure, specialmente nei contesti acuti o critici, e migliora l’esperienza del paziente, riducendo l’ansia da attesa e il rischio di trattamenti tardivi.

Costo per test. Sebbene il costo diretto per un test distribuito possa apparire inizialmente superiore rispetto a un laboratorio centralizzato, l’analisi del costo totale rivela un quadro differente. L’automazione integrata, la verticalizzazione della supply chain e la riduzione dei passaggi logistici consentono di abbattere significativamente i costi occulti: meno personale dedicato, minore consumo di reagenti, meno errori, meno ritest. L’utilizzo di reagenti ambient-stable e cartucce ottimizzate riduce anche gli sprechi e semplifica la catena del freddo, contribuendo ulteriormente all’efficienza economica.

Return on Investment (ROI). L’effetto combinato di un TAT ridotto e di una struttura dei costi più snella si riflette in un ROI migliorato. L’investimento in tecnologie Ulisse Biomed consente non solo di risparmiare sui costi diretti, ma anche di attivare nuove opportunità di ricavo: test eseguibili in nuovi contesti, maggiore numero di pazienti serviti, differenziazione competitiva.

Questi KPI non sono trattati come semplici indicatori operativi, ma come metriche di performance strategica, capaci di raccontare la sostenibilità industriale e l’efficienza clinica del modello Ulisse Biomed. Una diagnostica che misura non solo ciò che accade nel laboratorio, ma il valore che genera nel sistema salute.

5. Riduzione dell’impatto logistico e sostenibilità industriale

L’innovazione tecnologica perseguita da Ulisse Biomed è indissolubilmente legata a una visione di sostenibilità sistemica. Non si tratta soltanto di migliorare i risultati clinici, ma di farlo riducendo al minimo l’impatto ambientale e massimizzando l’efficienza della filiera diagnostica.

Razionalizzazione logistica. Portare i test diagnostici dove si trova il paziente, anziché trasportare campioni biologici verso laboratori centralizzati, consente di abbattere in modo significativo le emissioni legate al trasporto su gomma o via aerea. I dispositivi Hyris System™ – in particolare il bCUBE™ – rappresentano una nuova modalità operativa: sono i test a viaggiare in formato digitale, e non più fisico. Questo riduce drasticamente l’uso di imballaggi, materiali monouso e carburanti, con un impatto ambientale misurabile.

Efficienza energetica e miniaturizzazione. La diagnostica portatile consuma una frazione dell’energia rispetto ai grandi laboratori centralizzati. I dispositivi Hyris System™, alimentabili anche da fonti mobili o rinnovabili, consentono l’erogazione di test ad alta precisione con un’impronta energetica contenuta. La miniaturizzazione diventa così un alleato della sostenibilità.

Design circolare e supply chain ottimizzata. Progettando internamente reagenti e hardware, Ulisse Biomed controlla l’intera filiera. Questo permette di ridurre gli sprechi, utilizzare cartucce multifunzione e reagenti stabili a temperatura ambiente, eliminando la necessità di refrigerazione nella fase distributiva. L’effetto combinato è un abbattimento del consumo di plastica, energia e materiali a uso singolo.

Digitalizzazione e refertazione sostenibile. I dati viaggiano in formato elettronico attraverso la piattaforma bAPP™, riducendo l’uso di carta, archivi fisici e trasporto documentale. Inoltre, la diagnostica digitalizzata consente una manutenzione predittiva via software, prolungando la vita utile dei dispositivi e prevenendo smaltimenti anticipati.

In sintesi, il modello tecnologico di Ulisse Biomed si configura come una sintesi virtuosa tra efficienza, precisione e responsabilità ambientale. Una diagnostica moderna non può prescindere da un approccio sostenibile, e la strategia industriale dell’azienda dimostra come innovazione e impatto ESG possano rafforzarsi reciprocamente, generando valore a lungo termine per pazienti, operatori e investitori.

INTERVISTA
Lorenzo Colombo, CTO di Ulisse Biomed

Lorenzo Colombo, Chief Operating Officer di Ulisse Biomed, condivide la sua visione sul ruolo operativo-strategico che ha guidato — e continua a guidare — l’evoluzione industriale dell’azienda: dalla fase post-merge con Hyris fino alla costruzione di un modello di diagnostica molecolare distribuita, sostenibile e capace di crescere in modo coerente e scalabile.

Dopo l'integrazione con Hyris, qual è stato il vero cambiamento strategico per Ulisse Biomed?

LC: Il cambiamento più profondo è stato culturale. Non è solo una questione di tecnologie o di portafoglio. Abbiamo dovuto unire visioni diverse, armonizzare approcci operativi, far convergere due anime in una struttura unica, coesa e scalabile. E per farlo servono metodo, visione e anche una certa sensibilità. Questo è stato il cuore del mio ruolo.

Lei ha supervisionato l'armonizzazione post-merge. Quali sono stati i fattori critici da presidiare nella fase operativa?

LC: Se parliamo di criticità importanti... la lista sarebbe lunga. Ma ricordo molto bene quelle che mi hanno fatto sudare di più. E sono anche quelle di cui posso parlare con più orgoglio. Posso con certezza dire che i fattori critici di maggior peso sono stati tre, molto concreti: interoperabilità tra i team, chiarezza nei processi e coerenza negli obiettivi. Ci siamo concentrati molto nell'allineare le aspettative operative, semplificare dove possibile e costruire routine nuove senza perdere agilità. Il tutto senza mai dimenticare chi siamo e dove vogliamo arrivare.

A questo punto la domanda sorge spontanea... dove vorreste arrivare?

LC: È una domanda semplice solo in apparenza. Dove vogliamo arrivare? Certo, ci sono obiettivi misurabili, tappe industriali, margini di miglioramento. Ma a volte – anzi, quasi sempre – non è tanto il punto di arrivo la cosa più importante, quanto il modo in cui ci si arriva. Noi vogliamo costruire un modello che funzioni bene, ovunque. Che sia leggibile per chi lo usa, trasparente per chi lo gestisce, e coerente con i nostri valori. E per farlo ci vuole una regia centrale molto solida, ma anche una capacità costante di adattamento. Ogni punto operativo deve rispondere agli stessi standard, ma non con lo stesso approccio. Serve flessibilità, fiducia nei team, e una cultura organizzativa condivisa. Lavoriamo perché ogni nodo della rete sia autonomo, ma anche allineato. Questo non si costruisce in una settimana. Ci vuole tempo, presenza, confronto. Ci vogliono anche errori. E la volontà di correggere.

Quanto pesa, in questo percorso, la cultura operativa che attraverso il suo ruolo cerca ogni giorno di tradurre in azioni concrete?

LC: Tantissimo. Il mio lavoro non è solo fare in modo che i processi funzionino, ma creare le condizioni affinché possano migliorare ogni giorno. La cultura operativa è il filo che tiene insieme le decisioni quotidiane con la visione di lungo periodo. Spesso l'innovazione è vista come un salto improvviso, una discontinuità. Ma nella mia esperienza, è quasi sempre il risultato di una serie coerente di comportamenti organizzativi. Chi prende le decisioni? Come le documentiamo? Come affrontiamo gli imprevisti, o i margini d'ambiguità? Ecco, sono queste le domande che contano. E se chi le pone ha un metodo condiviso, allora anche l'innovazione trova lo spazio per diventare concreta.

Quanto è importante l'innovazione per Ulisse Biomed? Molte aziende tendono a consolidare le tecnologie, a creare un'offerta ben fissata nei suoi parametri e diventare leader nel loro settore. Anche Ulisse Biomed vuole intraprendere questa strada?

LC: Ulisse Biomed affronta il mercato con lo stesso rigore di qualunque realtà biotech industriale: solidità nei processi, coerenza nella filiera, affidabilità dei risultati. Ma c'è un tratto distintivo che per noi non è negoziabile: l'innovazione continua. Non cerchiamo una zona di comfort, ma una traiettoria evolutiva costante.

E non è una questione di ambizione in sé: è che senza innovazione, la sostenibilità non è possibile. L'equilibrio tra impatto ambientale, resilienza operativa e accessibilità non si ottiene una volta per tutte: è un processo dinamico. Per me, la sostenibilità è prima di tutto un criterio progettuale. Se qualcosa è sostenibile, allora è anche più efficiente, più semplice da gestire, più robusta nel tempo. E questo vale ovunque: nella logistica, nella scelta dei materiali, nei protocolli, nella cultura interna. Quando la sostenibilità diventa un vincolo costruttivo e non un'appendice, allora si trasforma anche in vantaggio competitivo.


Fonti e bibliografia

Fonti

Wang Z. et al. (2021). Point-of-care diagnostics for infectious diseases: From methods to devices. Nano Today, 37:101092. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8214422

Snider A. et al. (2024). Contributing to environmental sustainability of healthcare systems through Diagnostic Network Optimization. PLOS Blogs. https://latitude.plos.org

Kraemer M.U.G. et al. (2025). Artificial intelligence for modelling infectious disease epidemics. Nature, 638(7930):623–635. https://www.nature.com/articles/s41586-024-07191-4

Ulisse Biomed & Hyris (2024). Comunicato integrazione Ulisse Biomed – Hyris. Hyris News, 15 Gen 2024. https://www.hyris.net/news/integrazione-ulisse-biomed